Studi e Ricerche

I presenti documenti sono redatti dall’Ufficio Retail Research della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e sono destinati agli investitori privati.

Flash Azioni - 31.03.2023

Notizie sui mercati
Nuova seduta in rialzo per i listini azionari che sostenuti dall'allentamento delle tensioni sul fronte finanziario e dalla forza relativa del comparto Tecnologico. L'S&P500 registra la settima seduta in guadagno delle ultime nove giornate, confermando il superamento della soglia di 4.000 punti, mentre il NASDAQ recupera circa il 10% dai minimi dello scorso mese. L'andamento di ieri non è stato condizionato in modo significativo dalle ulteriori dichiarazioni di esponenti della Fed riguardo alla necessità di nuovi rialzi dei tassi; i prezzi di mercato sembrano incorporare, evidentemente, un punto di arrivo ormai vicino. La seduta odierna potrebbe risultare caratterizzata da cautela, in vista di importanti dati sul fronte macroeconomico, con i principali indici che si apprestano ad archiviare il secondo trimestre consecutivo in guadagno, nonostante le turbolenze sul settore Bancario e le politiche monetarie ancora particolarmente restrittive. Chiusure positive per le piazze asiatiche nella mattinata, trainate nuovamente dagli acquisti sul comparto Tecnologico.  

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Borse positive dopo i dati sul CPI Eurozona

Focus: nuovo record dell’inflazione core nell’Eurozona a marzo
Macroeconomia: a febbraio deflatore dei consumi inferiore alle attese negli USA
Azionario: settimana di recupero per i listini europei
Titoli di Stato e tassi: rendimenti in marginale calo, la BoJ allarga la banda di acquisto titoli
Cambi: EUR/USD volatile intorno ad 1,09 in avvio a Wall Street
Risorse di base: torna a salire il gas in Europa

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Listini cauti in attesa dei dati di inflazione

Macroeconomia: in uscita l’inflazione preliminare di marzo dell’Eurozona
Azionario: i principali listini si apprestano ad archiviare il secondo trimestre consecutivo in guadagno
Titoli di Stato e tassi: avvio misto in attesa dei dati d’inflazione in Europa
Obbligazioni Corporate/Bancarie: avvio all’insegna di una moderata positività, in attesa dei dati macro
Cambi: EUR/USD apre stabile in area 1,09 in Europa
Risorse di base: consolidamento in avvio europeo

Allegata tabella dati di mercato delle principali risorse di base.

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Soft Commodity: probabile consolidamento nel 2023

E’ probabile che prevalga un generale consolidamento dei prezzi delle coloniali visti i minori timori di rallentamento economico nelle principali aree di consumo. Un aspetto che fa svanire le preoccupazioni di calo della richiesta di questi generi alimentari, considerati meno indispensabili rispetto alle granaglie classiche in caso di ristrettezza economica e maggior attenzione alla spesa da parte del consumatore. Le maggiori preoccupazioni arrivano invece proprio dalle aree di produzione di molte di queste colture, che rischiano di essere investite dagli anomali fenomeni metereologici che rappresentano il principale fattore di attenzione al centro dello scenario 2023.

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Settimana dei Mercati - 27.03.2023

La settimana entrante
Europa
: a marzo la dinamica dei prezzi energetici al consumo dovrebbe determinare, secondo la stima preliminare, un rallentamento dell’inflazione armonizzata in Germania e Francia. Nello stesso mese l’indicatore di situazione economica elaborato dalla Commissione è previsto invariato a 99,8 punti, mentre l’indice IFO tedesco è salito grazie all’introduzione del tetto al costo del gas e al superamento delle strozzature produttive. A febbraio il tasso di disoccupazione dell’Eurozona dovrebbe rimanere invariato (6,6%) così come a marzo quello tedesco (5,5%).
Italia: a marzo il morale delle famiglie è previsto stabile, mentre quello delle imprese dovrebbe ancora salire leggermente. Il CPI flash è atteso mostrare una variazione tendenziale di +8,7% nella versione armonizzata. A febbraio il tasso di disoccupazione è atteso invariato a 7,9%. Risultati societari: Buzzi Unicem, Poste Italiane.
USA: a marzo la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board è stimata in calo a causa delle tensioni finanziarie, mentre la lettura finale di quella dell’Università del Michigan è prevista confermare la statistica preliminare. A febbraio il reddito personale ed i consumi privati dovrebbero registrare un moderato incremento, dopo la robusta crescita di gennaio. Nello stesso mese la variazione tendenziale del deflatore è attesa pari a +5,1%, con un rallentamento della dinamica mensile che dovrebbe essere solo temporaneo. La stima finale del PIL del 4° trimestre dovrebbe essere invariata rispetto alla statistica provvisoria a +2,7% t/t ann..

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Focus Dollaro australiano - 24.02.2023

  • Data pubblicazione 24.02.2023
  • Valute
AUD: atteso consolidare grazie a un insieme di fattori
La decelerazione dell’economia australiana è iniziata nel 3° trimestre del 2022, con i consumi che sono rimasti comunque la principale componente trainante. L’effetto della restrizione monetaria dovrebbe farsi sentire più significativamente in questo inizio di 2023 con un ulteriore raffreddamento dell’attività economica e dell’inflazione, grazie anche alla moderazione salariale, a sua volta effetto dei robusti flussi migratori in entrata, che sosterranno il PIL nell’anno in corso. Da settembre 2022 la Reserve Bank of Australia (RBA) ha continuato la sua politica monetaria restrittiva, optando per 4 rialzi di 25pb (ottobre, novembre, dicembre 2022 e febbraio 2023) fino a portare il tasso di riferimento al 3,35% (massimo da 10 anni). La RBA resta su posizioni più restrittive di quanto atteso dai mercati, sottolineando la persistenza di rischi al rialzo sui prezzi. A motivo di questo orientamento, il governatore Lowe è da mesi oggetto di critiche e potrebbe non essere confermato alla scadenza del mandato: un tema che contribuisce ad alimentare la volatilità sui mercati. Tre sono gli elementi che sorreggono il cauto ottimismo sul dollaro australiano. La politica monetaria restrittiva della RBA e la domanda di commodity proveniente dalla Cina potrebbero continuare ad essere robusti fattori di sostegno; il supporto derivante dal restringimento del differenziale coi tassi americani è invece quello a maggior rischio, sulla scia del cambiamento di aspettative sul mercato e del forte apprezzamento del dollaro USA. Per queste ragioni, prevediamo un consolidamento nel breve e un blando apprezzamento nel lungo periodo della valuta australe contro euro. Sul fronte del debito in divisa locale, la performance dei bond australiani è stata marginalmente positiva da inizio anno ad oggi grazie ad un appiattimento della curva delle scadenze, che ha visto un aumento dei rendimenti principalmente sul tratto breve. Ai livelli attuali, la curva australiana (diversamente da quella statunitense a cui è strettamente legata) si conferma inclinata positivamente, con il due anni che tratta al 3,59%: un livello che implica ancora almeno un aumento del target rate, mentre l’orientamento restrittivo della RBA potrebbe essere messo alla prova dalla stringa dei dati macro. Queste prospettive, unite al livello attuale dei rendimenti - che offrono, al netto dell’effetto cambio, un flusso cedolare elevato a fronte di una valutazione sul debito molto alta - ci inducono a mantenere la view Moderatamente Positiva, con un rischio di un ulteriore aumento di volatilità nei prossimi mesi.

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Focus Dollaro statunitense - 23.02.2023

  • Data pubblicazione 23.02.2023
  • Valute
Fed restrittiva in attesa di maggiore visibilità
Il 2022 si è chiuso con una crescita ancora robusta, seppur in marginale moderazione. Dal lato dell’offerta, con il nuovo anno si sono profilati alcuni segnali di distinzione della dinamica del settore dei servizi rispetto a quello manifatturiero. La predilezione a livello di consumi è uno dei fattori alla base della forza che la categoria dei servizi core ex abitazione ha continuato a mostrare nella dinamica dell’inflazione. La straordinaria performance di gennaio del mercato del lavoro statunitense, insieme a un sorprendente dato delle vendite al dettaglio nello stesso mese, ha aperto alla possibilità di un “soft-landing”. A nostro avviso, tale ipotesi appare prematura, soprattutto alla luce della considerazione che sembra emergere da alcuni dati macroeconomici una difficoltà statistica nella destagionalizzazione. Questa lascia molta incertezza sull’effettivo quadro dell’economia statunitense e richiederà ancora qualche mese di rilevazioni per ottenere maggiore chiarezza sullo scenario. In questo contesto, la politica monetaria naviga a vista, confermando un approccio ampiamente restrittivo. Nella riunione di gennaio, nonostante la Fed abbia scelto di ridurre il ritmo di rialzi a 25pb, tutti i membri del Consiglio Direttivo si sono trovati d’accordo sul fatto che l’inflazione resti “inaccettabilmente elevata” e che sia necessario continuare con rialzi dei tassi e riduzione del bilancio. Riteniamo che, in base a considerazioni di gestione ottimale del rischio, il Comitato preferirà eccedere nella restrizione. Pertanto, modifichiamo la nostra previsione per il punto di arrivo dei fed funds a 5,5%, aggiungendo un rialzo a maggio e uno a giugno, dopo quello “scontato” di marzo. Questo quadro influenza anche le dinamiche sul cambio. L'EUR/USD è sceso nelle ultime settimane sulla scia della ritrovata forza del dollaro. Nel nostro scenario, il dollaro beneficerà ancora dell'ipotesi di un livello dei fed funds alto per un periodo più lungo del previsto ma è probabile possa limitarsi a consolidare la sua forza, almeno nel breve periodo. Il vero deprezzamento della valuta USA arriverà più nel lungo periodo, quando la Fed sarà pronta a una svolta maggiormente accomodante. Le nostre previsioni per l'EUR/USD sono: 1,08 a 1 mese; 1,10 a 3 mesi; 1,12 a 6 mesi; 1,14 a 12 mesi e 1,15 a 24 mesi. In relazione ai tassi d’interesse, il quadro si è tradotto in un movimento sul monetario, che nell’ultimo mese ha inserito circa 75pb di rialzo (prima non scontati dal mercato), mentre la curva dei titoli di stato si è ulteriormente invertita con un aumento più ampio del rendimento sul tratto a due anni rispetto a quello decennale. Ai livelli correnti, i prezzi di mercato riflettono l’attuale posizione della Fed e le nostre previsioni in termini di politica monetaria sul segmento breve, mentre il tratto lungo resta ancora condizionato dall’attesa di una recessione economica. 

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Focus Trimestrale Emergenti - 08.02.2023

  • Data pubblicazione 08.02.2023
  • Valute
La rapida reazione delle banche centrali all’impennata dell’inflazione, che in molte economie emergenti è stata alimentata nel corso del 2022 anche dalla debolezza delle valute, porta, in media, la politica monetaria nell’area emergente a essere vicina (se non arrivata) alla fine del ciclo di rialzi dei tassi. I rendimenti di mercato dei titoli in valuta locale hanno incorporato questa evoluzione dello scenario attraverso una decisa flessione nei paesi dove le prospettive d’inflazione sembrano effettivamente puntare a una discesa, come in Polonia e in Ungheria. Più volatile e con un saldo complessivo negativo da inizio anno è l’andamento del debito sovrano dei paesi con tassi di crescita dei prezzi ancora molto elevati e rating bassi. Le prospettive dipendono, a nostro avviso, dall’efficacia dell’azione pregressa delle banche centrali e dall’entità del rallentamento della crescita atteso per il 2023 in molte economie dell’area. Il posizionamento di mercato, che punta a un inizio dell’allentamento monetario in tempi non lontani potrebbe rivelarsi precoce rispetto alle scelte delle rispettive banche centrali, come, ad esempio, in Brasile. Nel complesso, alcuni paesi offrono ancora livelli di rendimento interessanti, con i rischi tuttavia sbilanciati verso un possibile aumento dell’avversione al rischio e un incremento della volatilità. Lo scenario per le valute è invece più variegato con le “commodity currency” favorite dal ritorno della domanda di materie prime dopo le riaperture in Cina. Sullo sfondo anche la possibile riduzione del differenziale di tassi con gli Stati Uniti, altro elemento positivo che coinvolge tutte le monete emergenti.

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Soft Commodity: cauto ottimismo sul 2021

Sulle commodity agricole ci si appresta a chiudere il 2020 con quotazioni particolarmente elevate. Restiamo dell’idea che l’appeal degli Agricoli sugli investitori possa continuare a favorire un quadro positivo per il prossimo anno, anche per il sotto comparto delle Soft Commodity.

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Testo modificato il: 11.04.2015